Iperprolattinemia nell’uomo

Iperprolattinemia nell’uomo

Molti studi in letteratura riportano che l’iperprolattinemia, in particolare nelle forme severe (> 35 ng/ml) si accompagna quasi costantemente a disfunzioni sessuali maschili, principalmente rappresentate da calo della libido, disfunzione erettile (DE) secondaria a ridotto testosterone, e disordini eiaculatori (Corona G. et al, 2013; Maggi M. et al. 2015; Corona G. et al, 2016). I meccanismi che sottendono agli effetti della iperprolattinemia sui vari domini della funzione sessuale maschile comprendono effetto massa in caso di tumore prolattina-secernente, e soppressione della secrezione di gonadotropine (Maggi M. et al. 2015). Un vasto studio ha dimostrato una più elevata prevalenza di ipoprolattinemia in pazienti affetti da DE, confrontati con soggetti anziani della popolazione generale (Maseroli E. et al. 2015), ed uno studio di coorte in maschi affetti da disfunzioni sessuali ha dimostrato che pazienti con livelli di prolattina nel quartile più basso avevano un rischio aumentato di DE arteriogenica ed eiaculazione precoce (EP) (Corona G. et al, 2009); coerentemente, un secondo studio ha mostrato che i livelli di prolattina aumentavano progressivamente lungo il continuum EP severa-EP moderata-EP lieve-eiaculazione ritardata (ER) lieve-ER moderata-ER severa-aneiaculazione, mostrando all’analisi di regressione un ruolo indipendente nel controllo dell’eiaculazione, ed una associazione indipendente con i disordini eiaculatori (Corona G. et al, 2011). In linea con queste evidenze, i livelli di prolattina studiati in uomini della coorte EMAS, hanno mostrato una correlazione inversa con il livello di peggioramento nel tempo della funzione sessuale, valutata mediante questionario EMAS-SFQ (Corona G. et al, 2014). Infine, livelli significativamente più alti di prolattina sono stati dimostrati in soggetti sani con DE e con grado moderato o severo di desiderio sessuale ipoattivo (Corona G. et al, 2004); l’iperprolattinemia severa, ma non l’iperprolattinemia moderata, è associata a desiderio sessuale ipoattivo ed ipogonadismo (Corona G. et al, 2007), e l’iperprolattinemia e associata a ridotta frequenza di erezioni notturne (De Rosa M. et al, 1998; De Rosa M. et al, 2004), parametri che mostrano un miglioramento significativo dopo 6 mesi di terapia e normalizzazione della prolattina (Corona G. et al, 2007)(De Rosa M. et al, 1998; De Rosa M. et al, 2004; Colao A. et al, 2003). Di converso una meno florida letteratura ha valutato nel dettaglio il ruolo della prolattina nella componente riproduttiva nel paziente maschio, e la funzione riproduttiva nel paziente con prolattinoma, sebbene alcuni studi abbiano riportato delle associazioni tra prolattinoma ed alterazioni qualitative dell’esame del liquido seminale (De Rosa M. et al, 1998; Coppola A. et al. 1998; Colao A. et al, 2004). Uno studio condotto in coppie con infertilità ha mostrato un’associazione positiva tra livelli di prolattina e volume dell’eiaculato e delle vescichette seminali pre- e post-eiaculazione, suggerendo un effetto trofico della prolattina (Lotti F. et al, 2013). Uno studio comparativo su cabergolina vs bromocriptina, volto a valutare l’efficacia nel miglioramento della funzione gonadica di maschi con macroprolattinoma, ha dimostrato che pazienti con macroprolattinoma avevano parametri seminali sotto i valori di riferimento, in particolare conta spermatica e motilità totale e progressiva, e ridotta morfologia spermatica normale e vitalità (De Rosa M. et al, 1998). Dopo 6 mesi di terapia, con la normalizzazione del livello di prolattina, tutti i parametri seminali erano significativamente migliorati, con un effetto più significativo del trattamento con cabergolina (De Rosa M. et al, 1998). Risultati coerenti sono stati riportati da studi più recenti su una coorte mista di pazienti con macro- e micro-prolattinoma, che hanno evidenziato miglioramenti significativi dei parametri seminali convenzionali, dopo 24 mesi di trattamento con cabergolina (De Rosa M. et al, 2006; Colao A. et al, 2004), sebbene un recupero solo parziale in altri parametri della funzionalità spermatozoaria, inclusa la funzionalità della membrana spermatica, gli indici cinetici e l’integrità del DNA, è stato mostrato da uno di questi studi (De Rosa M. et al, 2006).